In The Changeling tutto è incostante, anche il pubblico. All’inizio gli spettatori provano pena per la povera vittima di un matrimonio combinato, ma nel corso della storia il loro sentimento cambia: da vittima a carnefice, Beatriz-Juana si trasforma e così il pensiero del pubblico su di lei. Per Walter Le Moli è un passaggio naturale: «Il pubblico sbaglia nel fidarsi, si affeziona ad una figura che finisce poi col disprezzare». Il passaggio visivo marcato dalle tre diverse attrici che la interpretano porta fisicamente in scena l’errore: «Beatriz è cambiata - si chiede lo spettatore - o sono io che ho visto male?». Innocente fanciulla, assassina, adultera. Beatriz è l’emblema di una società in cui tutti sono incostanti tranne, forse, Deflores, cortigiano che tutto esegue pur di avere una ricompensa. Uno spazio unico riempito da personaggi in perenne cambiamento, lo spettatore si perderebbe, confuso, se non fosse ancorato ad un unico elemento costante: il ritmo del testo. Karina Arutyunyan conclude così l’incontro: «Abbiamo seguito la regola del jazz: si può fare quello che si vuole solo all’interno di un ensemble dato».
pubblicato in Apart #9/07
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17 novembre 2007
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