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04 luglio 2009

Matrimoni, nastri (adesivi) e vernici

Verso la fine di giugno con un mio amico ho parlato di Vienna: sempre, pulita, ordinata, perfetta. E ci siamo chiesti: qual è il prezzo da pagare in termini di libertà, ma soprattutto di coesione sociale?

Sono stata tre anni lontana da Cartura, finalmente a luglio sono riuscita a ritagliarmi tre settimane da passare nel mio paese natale: nonostante sia cambiato molto per me è sempre quel luogo in cui sono cresciuta tra mille amici, tra mille cose da fare e da organizzare con loro per la comunità. Amo questo paese perché nei miei ricordi i suoi abitanti sono uniti.

Nel bollettino parrocchiale di luglio, pagina 24, leggo l’invito “pressante” che le autorità comunali hanno chiesto di ricordare: il divieto assoluto di affiggere sui pali dell’illuminazione pubblica o altro arredo urbano qualsivoglia volantino, poiché “il nastro adesivo toglie la vernice”. E mi chiedo: la proibizione assoluta di rendere noti neanche il proprio pensiero, ma soprattutto l’amicizia e l’allegria che caratterizza certi momenti (che i volantini da noi si attaccano principalmente per i matrimoni), è davvero la misura giusta? Educare al rispetto dei beni comuni deve passare necessariamente per la proibizione unita ad una pena pecuniaria in caso di disobbedienza?

Esistono nastri adesivi che non rovinano la carta, figurarsi la vernice. Si può impedire l'uso dello scotch, magari invitando ad usare dello spago. Esiste la richiesta diretta, visto che nomi e cognomi degli sposi sono noti all’amministrazione, di rimuovere i volantini il giorno dopo la festa, prima che la lunga esposizione al sole fissi la colla alla vernice dei pali. Esiste la possibilità che l’amministrazione comunale pensi alla necessità dei cittadini di “fare rete”, come si dice oggi, predisponendo degli spazi a loro utili per comunicare inviti, idee, gioia, alla collettività.

Se il prezzo da pagare per avere un paese pulito e ordinato, come Cartura oggi è e merita di essere, è l’impossibilità di far conoscere alla comunità intera la propria gioia, ci possiamo forse chiedere se questo valga un po’ di vernice. O un rotolo di scotch magico.

Quella qui sotto è puBBlicità