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09 maggio 2008

L'arte diventa business

Avete nel cassetto un business plan culturale ma non sapete quali fondi potrebbero aiutarvi? Volete sapere come gestire al meglio il vostro evento con il minimo dispendio? Allora avete bisogno di un manager culturale. Per essere più precisi, di un “razionalizzatore del sistema”.
Secondo Manuela Lamberti, anima del master “Destinazione Cultura”, dedicato a chi manager culturale vuole diventarlo: «C’è grande bisogno di queste figure, di questi gestori della complessità. Serve qualcuno che possa cercare un bando per ottenere fondi mentre, nello stesso momento, cerca chi cambi le lampadine. Insomma, una persona che sappia esattamente cosa serve per gestire il sistema che ha tra le mani».

Destinazione Cultura” è un master di I livello in economia e management della cultura giunto alla sua seconda edizione, in cantiere però c’è già la terza. In seno alla Scuola Universitaria di Management d’Impresa dell’Università di Torino, per 12 mesi, poco meno di una decina di studenti hanno la possibilità di confrontarsi, oltre che con i docenti universitari, anche con, solo per citarne alcuni: Agostino Re Rebaudengo, presidente del Teatro Stabile di Torino fino al maggio 2007 e attualmente presidente e amministratore delegato di Asja, multinazionale del settore delle energie rinnovabili; Steve Della Casa, direttore del Torino film Festival dal 1999 al 2002, critico cinematografico per la Rai e La Stampa, attuale presidente della Film Commission Torino-Piemonte; Gabriele Ferraris, direttore di Torino Sette.

«Cercavo un master che riguardasse la cultura – racconta Silvia Vezzoli, studentessa della prima edizione – ho scelto questo perché si differenziava molto rispetto alle offerte formative delle altre università, mi è sembrato innovativo e non mi sono pentita. Anche le docenze non universitarie, che hanno portato all’interno delle lezioni esperienze di lavoro quotidiano, hanno favorito un approccio più reale alla materia». Silvia, come gli altri sei suoi compagni, ha dimostrato che l’ambizioso obbiettivo di Manuela Lamberti («I nostri studenti devono acquisire competenze diverse da tutti gli altri, e durante i loro stage devono diventare insostituibili per l’azienda») non è solo una chimera: tutti e sette sono stati riconfermati dopo lo stage.

Al master gli studenti imparano a conoscere i meccanismi labirintici della Siae, i diversi tipi di contratti, il management degli enti e degli eventi culturali, la gestione delle risorse umane, dove trovare e come gestire i finanziamenti pubblici e privati, le relazioni pubbliche e la comunicazione con le diverse testate giornalistiche, il diritto dei beni culturali e degli enti no profit.
Potrà sembrare una visione poco “romantica”, ma è di certo molto più realista, lo ribadisce anche Gabriele Ferraris, comunicatore culturale di lunga data: «Non è un destino ineluttabile che la cultura sia in perdita, anzi. Da Leonardo a Kubrick esistono fior di esempi che dimostrano il contrario. Se non fosse così solo i ricchi potrebbero occuparsi di cultura, ma è bene ricordare che
una delle più grandi opere della storia, la Comedie humaine di Balzac, è stata scritta per pagare dei debiti».

Usando le parole di Manuela Lamberti, servono quindi professionisti, e se è vero che nessun lavoro si improvvisa quello del manager culturale non sfugge alla regola. Non per niente i testimonial delle scorse edizioni del master sono stati Gabriele Lavia e Luca Barbareschi, personalità estremamente poliedriche: Lavia, attore e regista sia cinematografico che teatrale, negli anni ‘80 è stato co-direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma e dal 1997 al 2000 direttore artistico dello stabile di Torino; Barbareschi, in trent’anni ha spaziato tra teatro, cinema e televisione in qualità di attore, produttore, regista, sceneggiatore e conduttore, socio fondatore anche di una società informatica oltre che della casa di produzione Casanova Entertainement, è stato eletto deputato nelle fila del Pdl alle ultime elezioni politiche.

Per entrare nella rosa dei futuri manager, sotto l’ala protettrice del nuovo testimonial, Neri Marcoré, si dovranno sostenere tre prove scritte e un colloquio, il tutto individualmente. Lezioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, costo 10mila euro comprensivi di tutte le attività previste e del materiale didattico.

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