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08 ottobre 2007

Anna Politkovskaja

Ci sono persone il cui cuore continua a pulsare anche quanto sono morte. E ci sono penne che continuano a scrivere anche quando il loro padrone non può più tenerle in mano. Almeno finché resterà vivo il suo ricordo.
Oggi il ricordo di Anna Politkovskaja, a Mosca, è vivo più che mai: il sette ottobre candele accese davanti alla sue foto hanno illuminato piazza Bolotnaya di desiderio di libertà.

Anna, giornalista russa famosa in tutto il mondo per i suoi reportage sugli orrori della guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali, fu uccisa sulla soglia di casa sua alle 16 del sette ottobre 2006. Scriveva per il quotidiano dell'opposizione Novaya Gazeta e alle vicende del conflitto ceceno si era appassionata alla fine degli anni '90, e non solo come cronista: nel dicembre del 1999 fu lei a organizzare, sotto una pioggia di bombe, l'evacuazione dell'ospizio di Grozny, mettendo in salvo 89 anziani. Avrebbe dovuto pubblicare, se quattro colpi di pistola non avessero fermato il suo cuore e la sua penna, i risultati di un'inchiesta sulle torture perpetrate in Cecenia dai russi, l'ultimo reportage di una carriera giornalistica sempre all'insegna del coraggio, della verità, della lotta per i diritti e la dignità umani, per la libertà e la democrazia.


Anna è stata uccisa il giorno del cinquantaquattresimo compleanno di Vladimir Putin, e per Andrej Mironov, intellettuale e amico fraterno della giornalista, questo significa che ad ogni suo futuro anniversario il presidente della Federazione Russa si sveglierà con il nome di Anna a martellargli la testa.


Una donna che non sposava partito politico è ora l'anima dei più forti gruppo di opposizione del Cremlino. Anna è ormai un simbolo, sinonimo di coraggio e indipendenza. In coincidenza con l’anniversario della sua morte a Mosca attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani, giornalisti e militanti di opposizione hanno organizzato diverse manifestazioni. E ancora da Mosca a Berlino, a Parigi, ai cortei nelle varie capitali europee hanno partecipato non solo le associazioni, ma anche gente comune in segno di solidarietà. E ancora documentari, incontri e convegni in Italia e all'estero. Sperando che il 7 ottobre diventi un'importante occasione per non dimenticare che coraggio e indipendenza sono moneta preziosa.

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