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13 novembre 2008

News, come nasce una bufala


Davvero Sarah Palin non sapeva che l’Africa fosse un continente? Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è sentito male rientrando dal G20, oppure no? Il convegno “Propaganda,
disinformazione e manipolazione dell’informazione”, a Torino il 7 novembre scorso, si è svolto troppo presto per poter prendere in considerazione anche questi interrogativi, forse pure marginali, ma di certo ha toccato i nodi fondamentali di un problema di oggi: la possibilità di “intossicare” la percezione della realtà attraverso la disinformazione o la manipolazione delle notizie.
Nell’Aula magna del Rettorato, in diretta streaming dal sito di Radio 110 e in diretta anche sull’isola Unito di Second Life, sono intervenuti Luigi Bonanate, Franca Roncarolo, Ugo Volli, Annamaria Testa, Gerard Bronner, Mimmo Càndito, Massimo Chiais e Alejandro Pizarroso Quintero.

Docente all’Università Bocconi di Milano e pubblicitaria, Annamaria Testa ha fatto notare come, negli ultimi anni, la propaganda abbia teso a fare proprie la retorica e i metodi della pubblicità, mentre Gerard Bronner, dell’Università March Bloch di Strasburgo, specialista nel campo delle credenze collettive e della cognizione sociale, ha fatto notare che sul piano cognitivo contemporaneo il vero non ha sempre la meglio sul falso.

Mimmo Càndito, per anni corrispondente di guerra per La Stampa e presidente italiano di Reporters sans frontières, ha sottolineato come le nuove tecnologie propongano non solo vantaggi, ma anche nuove forme di condizionamento che rendono estremamente diffi cile il ruolo dei professionisti dell’informazione. La demonizzazione del nemico, infi ne, è stato il tema dell’intervento di Massimo Chiais, docente, giornalista e organizzatore del convegno: «Il nemico è inevitabilmente crudele e sanguinario, è subdolo e spietato. Questa pratica retorica – spiega Chiais – ha una valenza duplice: da un lato spinge le popolazioni all’odio nei confronti dell’avversario da combattere, dall’altro fi delizza il popolo alla propria causa, nel nome dell’eterno scontro tra Bene e Male».

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