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16 aprile 2008

E i Raee chi se li prende?

I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) si possono e, soprattutto, si devono smaltire. Da febbraio 2008 sono i produttori ad avere la responsabilità della raccolta e del trattamento dei rifiuti elettronici. Ma anche i compratori fanno la loro parte pagando, al momento dell’acquisto, un eco contributo.

Il 27 settembre 2007 proprio a Torino è stato costituito Apiraee, il consorzio nazionale delle piccole e medie imprese per lo smaltimento dei rifiuti elettronici. «La responsabilità del consorzio comincia nelle piazzole ecologiche dove aziende e privati possono lasciare i loro raee – spiega Gabriele Muzio, responsabile del servizio tecnico di Api Torino – I produttori consorziati si occupano del trasporto dei rifiuti dalle piazzole ai luoghi di stoccaggio e del successivo invio verso gli impianti di trattamento e recupero o di smaltimento finale». Per "produttori" si intende chi fabbrica l’apparecchiatura o la fa costruire per metterci il proprio marchio, o anche chi importa prodotti in Italia. Non sono considerati produttori invece quei commercianti che si limitano alla distribuzione, anche se dovrebbero avere l’onere di ritirare i rifiuti dei privati. «Su questo punto però la normativa non è ancora chiara – precisa Muzio – perché manca una copertura di legge per l’appropriamento dei rifiuti di terzi».

«La legge impone di incrementare la percentuale di recupero all’80% del peso medio per i grandi apparecchi e al 75% per le apparecchiature informatiche per le comunicazioni – spiega Muzio – ed è anche per questo motivo che nella normativa si parla molto di progettazione: per raggiungere gli obbiettivi richiesti i nuovi apparecchi dovranno essere progettati in base alla separabilità dei componenti e prevedendo l’uso di materiali che possano avere una seconda vita. Una presenza massiccia di materiali nocivi rende certamente difficile il recupero».

Il consorzio cerca quindi di fornire alle imprese uno strumento per rispondere ad obblighi onerosi che sarebbero difficilmente assolti, ad esempio, da piccole imprese a conduzione familiare. Secondo la normativa anche gli oneri di ricerca e innovazione sono tutti a carico delle imprese, per questo, attraverso il consorzio, si stanno tentando accordi con le università.

Per maggiori informazioni: www.centrodicoordinamentoraee.it

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